
Paolo Olivadese è il Presidente della Acli di Karlsruhe, nonchè membro del circolo Pd Karlsruhe e noi siamo davvero grati ed orgogliosi di averlo nel nostro circolo.
Con questo breve articolo vogliamo omaggiare e far conoscere la sua storia, pregna di significato per noi italiani in Germania. La storia di Paolo è emblematica per gli italiani migranti – oggi diremmo – di “prima generazione”
Ci riferiamo a quella classe di connazionali, i quali per primi arrivarono in Germania come “Gastarbeiter” e che in molti casi riuscirono ad avere successo e ad affermarsi nella società tedesca, grazie soprattutto alle loro doti di intraprendenza, genialità e dedizione al lavoro.
Ma la storia di Paolo è particolarmente significativa anche perché lui, ieri come oggi, ha sempre supportato gli italiani bisognosi in Germania, dapprima nelle fabbriche, quando era maestro di officina e membro dei sindacati per ben 39 anni, poi come aclista.
Arrivato in Germania intorno al 1960 tramite una delle tante richieste di lavoratori che venivano trasmesse agli uffici di collocamento italiani, dopo l’inizio presso la Fiat di Karlsruhe, fu assunto in Mercedes dove è rimasto per tutta la sua carriera lavorativa.
All’inizio, come tanti migranti italiani appena arrivati, anche Paolo ebbe difficoltà con la lingua tedesca e non riusciva ad abituarsi alle abitudini alimentari locali. In effetti, all’epoca non era facile come ora trovare prodotti italiani.
Senza punti di riferimento e senza chance di mantenere i contatti con il proprio paese, come invece avviene oggi, non è difficile immaginarsi quanto potessero trovarsi spaesati i nostri connazionali a quel tempo.
Ma all’epoca, racconta Paolo, a Karlsruhe già esisteva un circolo italiano nella Sophienstrasse, che costituiva il punto di ritrovo e riferimento di tutti gli italiani a Karlsruhe.
Inoltre, erano già attive le Acli – presenti sin dal 1954 – le quali si occupavano di fornire ogni sorta di assistenza gratuita per tutte le esigenze dei migranti italiani in Germania. In particolare, le Alci fornivano supporto agli italiani nelle questioni riguardanti la pensione, gli affitti, i rapporti con la cassa mutua ed in generale, rappresentavano un punto di riferimento sicuro per gli italiani in Germania.
Malgrado le difficoltà iniziali, successivamente le cose iniziarono ad andare per il verso giusto, soprattutto – come sottolinea lo stesso Paolo – grazie alla pazienza e la benevolenza che gli fu riservata dai colleghi di lavoro tedeschi nei primi tempi.
In Mercedes, poi, Paolo ebbe la chance di conoscere e approfondire veramente la professione, che in Italia aveva praticato solo in officina. In fabbrica, Paolo potè infatti frequentare corsi di studio e sessioni pratiche messe a disposizione dall’azienda frequentandole, cosa che fece con particolare dedizione e costanza.
Migliorandosi riuscì a fare quel salto di qualità professionale che forse in patria non avrebbe potuto ottenere. Ed infatti, sebenne fosse partito come semplice meccanico, in pochi anni Paolo fu promosso meccanico capo e dirigente di due officine al comando di oltre 70 persone e responsabile degli incarichi e delle commesse aziendali.
Nella sua nuova posizione, Paolo iniziò a distinguersi per le sue qualità di onestà e bravura tecnica, diventando ben presto un punto di riferimento per i direttori della fabbrica e dei meccanici alle sue dipendenze. Tanto era rinomato il suo lavoro che veniva richiesto dai clienti dell’azienda anche per commesse private.
Ma Paolo non è stato solo un ottimo meccanico e dirigente, ma anche un buon maestro.
L’attenzione di Paolo verso i giovani meccanici alle sue dipendenze lo portarono presto ad entrare nei sindacati di fabbrica. Qui poteva curare da vicino gli interessi e le esigenze dei giovani italiani che venivano in Germania assunti come meccanici nella fabbrica.
Oggi i sindacati delle fabbriche in Germania guardano anche a destra, per cercare di intercettare il malcontento dei lavoratori e catalizzarli verso i loro partiti. Ma allora il sindacato aveva probabilmente un ruolo diverso. Per lo più le organizzazioni erano di sinistra e rientravano tutte nell’aria SPD, Paolo infatti, è stato anche membro dell’SPD.
Durante la sua esperienza di sindacalista, Paolo infatti, si occupò di aiutare e controllare l’attività dei lavoratori, affinchè svolgessero i propri compiti diligentemente e potessero guadagnarsi delle promozioni, difese i diritti dei lavoratori, favorì la carriera di moltissimi operai, consigliava e tutelava i nuovi arrivati affinchè mostrassero la necessaria dedizione al lavoro e in genere, si occupò di mantenere un’onesta ed efficiente gestione delle officine che dirigeva.
Quella dei sindacati fu un’esperienza segnante: Paolo infatti racconta di esser diventato aclista anche grazie all’attività maturata nei sindacati di fabbrica.
Ed infatti, successivamente, nelle Acli Palo ha curato gli interessi dei nostri connazionali per anni, non solo svolgendo pratiche burocratiche, ma anche occupandosi concretamente delle necessità dei nostri connazionali.
Negli anni Paolo è diventato un punto di riferimento a 360 gradi per gli italiani di Karlsruhe e ha dedicato tutta la sua carriera e la sua vita a far fronte in ogni modo a i bisogni della comunità italiana di Karlsruhe.