Come è noto, l’Assemblea Nazionale del PD dello scorso 14 marzo ha eletto Enrico Letta come nuovo Segretario del Partito, dopo le inattese dimissioni di Nicola Zingaretti; l’elezione del nuovo Segretario è avvenuta quasi all’unanimità, nello stesso tempo il nuovo Segretario non solo ha ringraziato Zingaretti per il lavoro svolto, ma ha assicurato di voler continuare l’azione politica da lui intrapresa.

Questa politica richiede però anima e cacciavite: questa è stata la suggestiva immagine usata da Letta nel suo discorso all’Assemblea. Ovvero è necessaria una nuova passione per l’attività politica, per rianimare la vita interna del Partito, nuove idee devono quindi circolare; ma nello stesso tempo è necessaria molta competenza, e anche molta pazienza per affrontare una situazione così difficile e complessa. La grande sfida è così intanto far funzionare realmente il Recovery Plan europeo e cogliere le grandi occasioni che esso può offrire per un profondo rinnovamento della società italiana, per un superamento delle diseguaglianze – in particolare tra Nord e Sud, o le diversità di genere, senza evidentemente dimenticare quelle di reddito – e per la creazione di un sistema formativo e universitario adeguato ad affrontare le trasformazioni in corso. Realizzare il Recovery Plan significa in primo luogo far funzionare il governo presieduto da Mario Draghi e valorizzare al suo interno la funzione decisiva in esso svolta dal PD. Ma questo lavoro del cacciavite non deve far dimenticare l’anima, e quindi in primo luogo uno sforzo coerente per rinnovare il Partito; di grande importanza è così l’intenzione immediata di ridare significato alla vasta rete di circoli, dei quali il PD dispone. In tal modo è stata subito attivata una Agorà, ovvero una consultazione di tutti i circoli – anche quello di Karlsruhe sta lavorando alacremente in questo senso – sui molti temi affrontati nella relazione del nuovo Segretario; dopo questa consultazione, che si concluderà alla fine di marzo, si riunirà di nuovo l’Assemblea Nazionale per decidere i passi successivi da compiere per il rinnovamento del Partito e per rendere più incisiva la sua azione politica.
E’ significativo che anche la funzione, spesso dimenticata, degli italiani all’estero sia stata richiamata con forza nella relazione di Enrico Letta: a loro è attribuito il compito impegnativo di fornire nuove idee e suggerimenti per una concezione del multilateralismo e dello sviluppo internazionale adeguata ai tempi. Senza voler elencare tutti i temi affrontati – chi desidera, può facilmente leggere la relazione nel sito internet del PD nazionale – meritano essere ricordati almeno due punti qualificanti: la proposta di estendere il diritto di voto nelle elezioni politiche ai sedicenni, in modo da riequilibrare lo squilibrio generazionale che caratterizza la società italiana anche al momento della formazione della volontà politica, e una politica di inclusione che riconosca la cittadinanza italiana sulla base dello ius soli. Senza evidentemente dimenticare il grande significato dato al superamento della disparità tra generi, anche all’interno della vita del partito: la nomina dei due Vicesegretari, Irene Trinagli e Giuseppe Provenzano, e di una Segreteria del Partito, nella quale la parità della rappresentanza femminile e di quella maschile è perfettamente riconosciuta, hanno mostrato subito in concreto questa intenzione. Lo stesso è avvenuto nella scelta dei due capigruppo al Parlamento: Simona Malpezzi al Senato e Debora Serracchiani alla Camera. Senza voler qui elencare i quattordici membri della Segreteria – anche in questo caso i nomi possono essere facilmente letti nel sito internet del PD nazionale – si ricorda il nome di Lia Quartapelle, quale responsabile per l’Europa, gli Affari Internazionali e la Cooperazione allo Sviluppo; sicuramente il PD Mondo troverà in lei un’attenta interlocutrice.