Caso Floyd: sabato 6 giugno si è manifestato ben due volte. Perché #blackliveamatter vale ovunque.
di Aldo Venturelli (testo) e Gustavo Alàbiso (foto)
Sabato 6 giugno a Karlsruhe – come in altre città del Baden-Württemberg – si sono svolte due manifestazioni in ricordo di George Floyd, il cittadino di pelle scura ucciso brutalmente a Minneapolis nei giorni scorsi da un poliziotto che lo ha premuto sul collo per nove minuti fino a soffocarlo. Le foto di Gustavo Alàbiso ci restituiscono l’atmosfera emozionante della manifestazione allo Schloβ, la residenza barocca della città.
Questo breve testo prende spunto dall’altra dimostrazione, di fronte al Museo di Storia Naturale nella non lontana Ludwigsplatz: una manifestazione molto composta, che ha seguito attentamente le regole in vigore del distanziamento e dell’obbligo di mascherina, con una presenza significativa di manifestanti e di molti giovani. Alcune testimonianze si sono alternate a momenti musicali e ad alcune letture, che hanno voluto meglio motivare il significato di un no al razzismoanche in molteplici aspetti della vita quotidiana e dello slogan black lives matter ripreso dalla manifestazione. Al centro della manifestazione il momento più intenso: nove minuti di silenzio rispettati scrupolosamente da tutti i partecipanti, gran parte dei quali passati in ginocchio, come avvenuto ai funerali di Floyd nei giorni scorsi. Come è noto, questi nove minuti di silenzio sono divenuti il simbolo del grande movimento contro il razzismo, che in questi giorni non ha coinvolto solo gli Stati Uniti. Ha chiuso la manifestazione Frank Mentrup, che ha mostrato consapevolezza di quanto razzismo nascosto possa rimanere in tanti aspetti della vita quotidiana, anche nei confronti della difficile situazione dei profughi ricordata in precedenza in uno degli interventi.